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La Madonna del Grumentino (Salus Infirmorum)

Di Francesco Tarlano

Il santuario che dista circa 5 km da Grumento Nova, si posiziona a poche centinaia di metri dalla porta settentrionale della città romana di Grumentum, in un'area che già il Caputi aveva indicato come area insediata da un vicus di Grumentum, noto come Casal Pedone secondo il Ramaglia, Casal Serrone o Casale Grumentino secondo il Caputi.

La chiesa, che secondo il Ramaglia fu restaurata da San Luca di Demenna nel X secolo, insisterebbe su un edificio sacro precedente. Recenti lavori di restauro dell'interno hanno permesso di scoprire locali affrescati dietro l'altare, in parte murati.

Il rito, che chiaramente affonda le sue radici in antichissime tradizioni, è stato ripreso nel 1739 quando la chiesa era ormai ridotta a un rudere e il borgo di Saponara fu investito da una terribile epidemia di pleurite, che causò oltre 70 morti, secondo quanto riporta il Ramagli. Grazie all'apparizione della Madonna in sogno a una suora del Monastero di San Giovanni Battista, il popolo saponarese decise di restaurare e riportare al culto la cappella e la Madonna fece cessare il morbo.

Da allora, la domenica in albis si festeggia la Madonna Salus Infirmorum, "salvezza dei malati". Numerosi pellegrini anche dai paesi vicini sono molto devoti alla Madonna e chiedono grazie per malattie di ogni tipo. Le celebrazioni iniziano la mattina con la discesa dal paese della processione scortata dalla banda, e caratterizzata dal trasporto delle “cente”, ex-voto in legno e ceri, da parte delle donne della città. All’arrivo si celebra una messa e si tiene una grande fiera, a ricordo delle fiere di bestiame dei secoli scorsi. Secondo il Ramagli il pubblico mercato fu fatto bandire fin dal 1739, quando militari a cavallo armati di archibugi scortavano la processione.

La giornata prosegue con la consumazione di colazioni a sacco, pic-nic e pranzi nelle masserie, che rappresentano un importante momento di aggregazione della cittadinanza. Immancabile nelle tavole dei Grumentini il giorno della festa è la “cazzola”, ovvero la torta rustica pasquale fatta con uova, ricotta e toma.

(Bibliografia di riferimento: N. Ramagli, Memorie Grumentine Saponariensi, a cura di V. Falasca).