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L'abito popolare femminile: dall'abito settecentesco ai costumi popolari femminili di fine Ottocento

Costume feminile tipico grumentino

di Domenico Florio

Nel 1782, il Re borbone Ferdinando I incaricò i pittori Stefano Santucci e Antonio Berotti di dipingere i costumi tradizionali dei paesi della Basilicata. Il costume popolare settecentesco era utilizzato soltanto in giorni di festa ed era unico per ogni borgo, sebbene spesso si rifaceva a canoni comuni.

I due pittori giunsero anche a Saponara, dove dipinsero la donna saponarese con l'abito tipico, che presentava la camicia di cotone bianco con polsini ricamati e il vestito colore arancio, legato sul petto con un corpetto. Il vestito era completato dal grembiule giallo e da un panno bianco sulla testa.

Interessante notare come il dipinto si arricchisca di particolari tipici del territorio, come il borgo con il castello e la chiesa collegiata sulla sinistra e il Monte di Viggiano sullo sfondo.

L'abito popolare continua a essere utilizzato anche nell'Ottocento, seppure con notevoli variazioni.

L'abito popolare della signora saponarese che qui si presenta fa riferimento a una immagine presa tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, indossato in occasioni particolari e giorni di festa.

L'abbigliamento femminile era costituito dalla camicia di cotone bianco (a camm’sed’) con le maniche a sbuffo (i goff’ ra cammis’), ornata da polsini ricamati alti fino al gomito.

Il vestito era di norma di colore marrone chiaro ed era provvisto di una gonna rifinita con un largo plissè, un corpetto in tinta con la veste arricchito da ricami dorati e da un largo fazzoletto davanti al seno, le calze bianche e il tradizionale grembiule (u’ vand’sin’, dal latino ante sinum).

All’abito era abbinata una parure di gioielli in oro composta da orecchini a pendagli e, per il collo, ciondoli in oro sostenuti da laccetti in velluto.

 

 


Copyright testo (ove non inseriti altri riferimenti) di Domenico Florio; immagini di Domenico Florio.