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Da Grumentum a Saponaria

di Vincenzo Falasca

 

Nell’Agiografia di San Laverio, scritta dal Canonico saponariense nel 1162, il primo assalto saraceno a Grumentum è collocato sotto il pontificato di Giovanni VIII (872-882) e precisamente intorno all’anno 878. In tale anno i grumentini cominciarono a disperdersi sul territorio.

Successivamente la città romana fu definitivamente distrutta nel 1031.

Si può però ipotizzare una prima dispersione dei grumentini in luoghi vicini, già dopo la fine del V secolo a seguito delle invasioni gotiche e il permanere di una parte di essi nella parte settentrionale del colle di Grumentum.

I luoghi del primo decentramento potrebbero essere stati Casal Pedone o Grumentino e Santa Lucia.

Dopo le prime due devastazioni da parte delle bande saracene (878 e 896) i grumentini si resero conto che sarebbe stato impossibile difendersi da ulteriori attacchi, per cui spostarono la loro residenza in luoghi posti più in alto.

Niccolò Ramaglia parla della fondazione di sette "Paghi" o "Casali": Santa Lucia, Grumentino, Tramutola Vecchia ai Rungi, San Rato e San Giuliano. Egli omette, però, il nome di due Casali.

Uno dei due poteva trovarsi proprio sul colle di Saponaria, ove già dal IV secolo d.C. era sorto un piccolo casale attorno a un tempietto romano.

Lo scavo del tempietto di SerapideIl Roselli, parlando della fondazione di nuovi centri da parte dei profughi grumentini, afferma: “ad edificar si diedero vari Casali, come Sarconi, Moliterno, Marsico Vetere, Viggiano, Montemurro, Spinoso, Armento, S. Martino, ed altri ecc.’’.

Già molto prima dell’ultima escursione saracena (forse intorno al 960), il Vescovo di Grumentum di nome Joannes si rifugiò a Marsico.

Niccolò Ramaglia, notaio e Procuratore della Chiesa Collegiata di Saponaria intorno agli inizi del Settecento, colloca la nascita del Comune nel 954, allorquando Donato Leopardo, arciprete di Santa Maria Assunta, si mise alla testa dei grumentini superstiti in Grumentum e li condusse sul colle antistante (ove sorge attualmente Grumento Nova) e fondò un piccolo borgo. Esso venne infeudato successivamente, intorno al 1060, da Roberto I d’Altavilla, Conte di Montescaglioso e suo figlio Guglielmo, cui diedero il nome di “Saponaria”.

 

Bassorilievo con raffigurazione di suovetaurilia, oggi conservato al Museo di Policoro (foto di G. Pontani-Museo Reggio Calabria, su concessione Soprintendenza)I recenti lavori di sistemazione dell’area circostante la Chiesa Madre (effettuati intorno al 1998) hanno dimostrato che il colle dove sorge Grumento Nova era già stato occupato in forma parziale da abitanti dell’antica Grumentum che lì sopra avevano costruito fra il III-IV secolo d.C. un tempietto probabilmente dedicato al dio orientale Serapide. È emerso infatti un altare semicircolare in opera reticolata (opus reticulatum), ove probabilmente si effettuavano i sacrifici di animali, di cui è testimonianza il bassorilievo con la raffigurazione del rito dei “suovetaurilia”, il sacrificio di un maiale (sus), di un montone (ovis) e di un toro (taurus) là scoperto, agli inizi del 1700, dall’Arciprete locale Carlo Danio, il primo archeologo delle antichità grumentine.

Sul tempietto sorse nel 1118 la Chiesa Madre del borgo.

Il bassorilievo è la prova inconfutabile che attorno al minuscolo Serapeo sia sorto un Casale, composto da poche case. Non a caso, il primo consistente nucleo di abitazioni in quell’area venne chiamato Casaletto.

 

 

 


Copyright testo e immagini (ove non inseriti altri riferimenti) di Vincenzo Falasca.