La biblioteca "Carlo Danio” di Grumento Novadi Domenico Florio
Danio scrisse inoltre Riflessioni su di un trattato delle cerimonie cinesi all'idolatria greca e romana. Fu definito dal Muratori, dal Giannone e dal Giustiniano “ornamento e splendore dei suoi tempi”. Morendo, nel 1705, portò nella tomba la segreta speranza che il giovane nipote Carlo seguisse le sue orme, di umanista ed erudito.
Reso il Convento inagibile in un'ala dal violento terremoto del 1857, il patrimonio librario fu salvato dal Padre Serafino di Lagonegro, che provvide a trasferirli in locali rimasti indenni. Nel 1871, per volere del sindaco Carlo Caputi, i libri furono sistemati in un locale preso in fitto dal Comune, e la cura del patrimonio fu affidata a Lucio Roselli, il quale stilò un elenco alfabetico, dal quale risultavano 1686 volumi, un codice minato e 52 pergamene fatte restaurare nel 1987 dalla Regione Basilicata. Due anni dopo, la biblioteca venne ospitata nel Municipio, e Giacomo Racioppi, insigne storico moliternese, per intercessione dell'erudito arciprete Francesco Paolo Caputi, allora direttore della biblioteca “Carlo Danio”, preparò un regolamento che la Prefettura di Potenza approvò il 28 ottobre 1874. Il Caputi è tra l'altro autore dell'importante saggio storico Tenue contributo alla storia di Grumento e Saponara con relative notizie che procedono dell'alta Val d'Agri e dei suoi paesi, edito a Napoli presso la tipografia Pesola nel 1902, e di un opuscolo edito a Potenza nel 1882, nel quale asserì che la pregevolissima biblioteca donata dal Danio ai Cappuccini per gli studiosi del paese natio fu aperta legalmente al pubblico il 18 giugno 1882.
Sotto la guida del colonnello Pricolo, si sono dedicati all'inventario della biblioteca il parroco don Domenico Latronico, Ettore Bove, che coinvolse nel riordino perfino i figli ancora bambini, e il professor Antonio Maiorino, all'epoca vicesindaco della giunta La Rossa. A essi si deve òa costituzione di un comitato per una campagna di scavi a Grumentum nel 1951. Nel 1957 fu affidato l'incarico di redigere un regolamento al professor Bartolomeo Lapadula. Si sono avvicendati poi numerosi altri grumentini alla direzione della biblioteca, incaricati dalle varie amministrazioni comunali di gestire l'apertura della biblioteca garantendo agli studiosi la fruizione del patrimonio librario. Oggi la biblioteca è riportata nell'elenco delle Biblioteche Nazionali a cura del Ministero della Pubblica Istruzione, e costituisce ancora, come ribadiva il colonnello Pricolo, “il titolo di maggior nobiltà dell'odierna Grumento”.
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