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La Madonna del Monserrato: origini del rito e festeggiamenti

 

di Francesco Tarlano

Una cartolina/souvenir della statua della Madonna del Monserrato, datata al 1896Alla fine dell'estate, come ringraziamento alla Madonna del raccolto e della produzione agricola, si celebra la festa patronale più importante di Grumento: la festa della Madonna di Monserrato.
La Madonna del Monserrato trae le sue origini da un rito catalano, quello legato a Santa Maria de Montserrat, dove sorge l'importante Monastero.

Il culto fu istituito a Saponara nel 1582, a ricordo delle vittorie dei Cristiani sui Saraceni.

La tradizione tramanda, infatti, che i cristiani per sottrarre la statua della Madonna dell'Assunta alla distruzione dei saraceni, la nascosero in cima al Monte Castello, luogo di un sito fortificato preromano. In seguito all'istituzione del culto spagnolo il luogo prese il nome di Monserrato.

Secondo il Caputi, la festa  venne istituita all’indomani del Concilio di Trento dall’arciprete Ettore Giliberti in una convenzione del 1582, appunto, stipulata, secondo il Caputi, «nell’omonima chiesa di Napoli».

Il culto si fonda su due momenti dell'anno: il primo, il martedì dopo Pasqua, quando la Madonna viene trasportata con una processione dalla Collegiata di Grumento alla Cappella sul monte; il secondo quando, dopo aver trascorso il periodo estivo sulla montagna, l'effigie della Madonna e del Bambino tornano nel borgo per trascorrervi l'inverno.

L’ultima domenica di Agosto il monte è meta di un pellegrinaggio da parte dei fedeli.

Secondo il Caputi, il santuario della Madonna del Monserrato in passato doveva essere un edificio suddiviso in tre navate e provvisto di sei altari e di una foresteria per i pellegrini, mentre attualmente è stata adibita una cappella di dimensioni più ridotte. Sul retro della cappella sono evidenti i resti dell'edificio precedente, molto più vasto della cappella attuale.

Il pellegrinaggio verso il monte sacro ha inizio  il sabato sera, dopo la benedizione della centa, un ex-voto a forma di nave realizzata con un telaio in legno e rivestita da ceri, trasportata dalle donne del paese o sulla testa, con l’aiuto di un cercine, o con le mani. La centa rappresenta il simbolo del male accumulato in casa durante l’anno che deve essere purificato dinnanzi alla statua di Maria e, dopo essere stata benedetta, viene riportata in paese come simbolo propiziatorio.

Un gruppo di devoti in pellegrinaggio verso il Monserrato; al centro una donna sorregge sulla testa una centa (Agosto 1979)

Durante il tragitto alcuni fedeli compiono azioni rituali in segno di devozione, come fare il pellegrinaggio a piedi nudi, o per ricevere la remissione dei peccati; in particolare, prima di intraprendere la salita al monte si usa raccogliere una pietra, le cui dimensioni sono scelte in relazione ai peccati da espiare, per deporla ai piedi di una croce lignea, accanto alla cappella della Vergine; al momento della deposizione della pietra, un’altra pietra viene tolta dal mucchio e gettata nella scarpata dell’altura.
La notte tra il sabato e la domenica i fedeli si ritrovano quindi sul monte e trascorrono la notte vegliando in preghiera.

La notte di veglia è diventata occasione anche per i giovani di festeggiare la notte all'aperto.

La domenica mattina, dopo una funzione religiosa, comincia la processione alla volta di Grumento Nova; la statua della Vergine è accompagnata dai fedeli e dalla banda, scortata dagli alabardieri, la congrega religiosa dei “soldati della Madonna”.
La fondazione di questa congrega risale al 1582, in concomitanza all’istituzione del culto della Madonna di origini catalane a Saponara.

L’antica congrega degli alabardieri della Madonna del Monserrato, immortalata in un foto degli anni ’30 (Proprietà di G. Di Pierri)La congrega esiste ancora oggi, come retaggio della tradizione locale, ma il suo ruolo è meramente folkloristico.
In origine gli alabardieri, che erano scelti tra i braccianti, indossavano una divisa dal gusto spagnoleggiante dai colori sgargianti (casacca verde, calzoni e cappello bianchi) e impugnavano alabarde, bandiere e tamburi; si schieravano ai lati della portantina su cui era alloggiata la Madonna, a sua difesa, dinnanzi al convento dei Cappuccini. Tra di loro si distinguevano diverse cariche: il capitano, i portanti e il porta-pace; i portanti si offrivano di trasportare la statua per espiare i loro peccati ed ottenere delle grazie.
Oggigiorno a svolgere questi ruoli sono i giovani del paese, che fanno rivivere le suggestioni di una festa antica e solenne. L'istituzione della Congrega degli Alabardieri, vestiti "alla spagnola", ricorda appunto le vittorie contro i Musulmani, non da ultima quella della battaglia di Lepanto.

Arrivata dinnanzi al Convento dei Cappuccini, subito prima dell’ingresso in paese, la statua viene trasferita dalla portantina ad un trono dorato e decorata con corone floreali; all’ingresso del paese la processione viene salutata tra l’entusiasmo e gli applausi dei grumentini in un clima di grande felicità e devozione e si dirige fino alla Chiesa Madre di Grumento Nova.

Processione della Madonna dal Monserrato verso Grumento Nova; si scorgono nel corteo gli alabardieri della Madonna con la divisa con i pantaloni bianchi e gli strumenti musicali. (Agosto 1955, dall’archivio Morena)

Durante la settimana di festa, dal venerdì precedente la festa sino al lunedì successivo a questa, sono scandite dal ripetersi delle usanze tradizionali: in queste giornate il paese viene svegliato dal suono degli strumenti della banda che si aggira per i diversi rioni e i vicoli del centro storico e si esibisce nella piazza principale, mentre le serate sono allietate da spettacoli musicali e dai caratteristici focaruni, grandi pire di legna realizzate in ogni rione la sera del venerdì.
I giovani del paese invece organizzano un torneo di calcio tra le diverse squadre rionali, che termina il lunedì con la attesissima partita “Scapoli – Ammogliati”.
Il folklore che Grumento Nova vive in questi giorni, durante i quali ogni serata è allietata da spettacoli musicali di artisti anche di fama internazionale, culmina nello spettacolo pirotecnico del lunedì sera, che saluta l’estate e conclude i festeggiamenti.

(Bibliografia: F. Ianneo, La Vergine del grano. Rito e spettacolarità sacra nella festa di Maria di Monserrato in Val d'Agri, 1983).


Copyright testo (ove non inseriti altri riferimenti) di Francesco Tarlano; immagini di Domenico Florio.