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Il contesto sacro di San Laverio

di Gioia Bertelli

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Il piccolo edificio religioso dell'area di San LaverioLungo la strada che collega Grumento Nova con l’insediamento della città romana di Grumentum si distacca un sentiero che conduce al sito noto con il nome di San Laverio. Questo è oggi qualificato dalla presenza di una piccola chiesa ad aula unica, con tetto a capriate, che, sebbene risalga a dopo il terremoto del 1857 e risulti ampiamente rimaneggiata, conserva ancora inglobati nella costruzione tratti murari relativi a una redazione più antica, mentre altre strutture di epoche differenti sono ancora visibili nell’area circostante.

L’edificio, in posizione leggermente sopraelevata, si trova al centro di un’area pianeggiante interessata dalla confluenza di due corsi d’acqua: il fiume Agri e il torrente Sciaura.


Secondo quanto attesta la Passio (ossia la narrazione del martirio) scritta nel 1162 da Roberto da Romana, diacono di Saponara, Laverio, agli inizi del IV secolo, prima che Costantino si convertisse al cristianesimo, sarebbe stato decapitato fuori della città di Grumentum, all’incrocio tra i due fiumi e lì seppellito. Sulla sua sepoltura sarebbe stata costruita per volontà del popolo grumentino una chiesa di grande bellezza, come recita la fonte latina.

L'area della presunta sepoltura di Laverio, alla confluenza dei due fiumiSecondo la testimonianza fornita dal Bios (ossia la vita) di San Luca di Demenna (morto nel 995), questi, avendo trovato la chiesa abbandonata e distrutta, a causa delle scorrerie saracene avvenute nel corso del IX secolo, la ricostruì in dimensioni ridotte, mantenendo lo stesso orientamento della precedente, come sembra indicare, sul lato occidentale, la presenza di un varco di accesso con relativa soglia, poi tamponato nel corso della ricostruzione ottocentesca.

 

La chiesa del XIX secolo è stata interessata da interventi di recupero che hanno portato anche alla identificazione nell’area di una serie di strutture in relazione con le fasi di frequentazione più antiche della zona, alcune delle quali di chiara origine funeraria pagana, da collegare con la vicina città romana.


All’interno della chiesa e nell’area circostante indagini archeologiche, iniziate nel 2008 e ancora in corso, hanno permesso di recuperare diversi e numerosi dati che permettono di inquadrare meglio la storia del sito, che a grandi linee può essere così tratteggiata.

Il varco di accesso con la relativa soglia, poi tamponato nel corso della ricostruzione ottocentescaNell’area della necropoli pagana venne, probabilmente agli inizi del IV secolo, martirizzato e sepolto Laverio; in seguito, forse tra V e VI secolo, vi fu costruita una chiesa abbastanza ampia, che, dalle strutture evidenziatesi, doveva essere a tre navate con abside rivolta a oriente, ora scomparsa a causa del cedimento del terreno, divisa internamente da arcate su pilastri, di cui rimangono alcuni tratti inglobati nella chiesa odierna verso ovest; lungo il lato esterno meridionale, verso est, dovevano svilupparsi alcuni ambienti che, come tutta l’area investigata, sono stati occupati da una fittissima serie di sepolture. Queste, spesso sconvolte e violate, senza corredi, risultano essere di tipologie diverse (alla cappuccina, in fosse terragne, di tipo bisomo, costruite in muratura) e riferibili a momenti cronologici differenti; sono state rinvenute anche all’interno della chiesa odierna e datate, le più antiche, attorno al V-VII secolo, le più tarde, a età pienamente medievale; interessante tra queste ultime la sepoltura che ha restituito una conchiglia del tipo pectens, tipico attributo di chi ha compiuto il pellegrinaggio a Santiago de Compostela.

Relative all’edificio paleocristiano sembrano essere le strutture riferibili ai muri perimetrali nord e sud, ampiamente rimaneggiati e ricostruiti nel tempo.

La zona settentrionale non è stata ancora indagata, a eccezione dell’area verso ovest, ove è stato messo in luce un ambiente quadrangolare e altre strutture, queste ultime riferibili a due ossari di età tardomedievale, di cui solo uno esplorato.

 

Due delle sepolture della necropoli Una delle tombe della necropoli

La conchiglia del tipo pectens da una tomba medievale, riferimento al pellegrinaggio a Santiago de CompostelaLe indagini relative alla campagna del 2010, concentratesi prevalentemente nell’area orientale, esterna alla chiesa, hanno messo in luce anche qui una presenza molto fitta di sepolture, affastellate le une sulle altre, con orientamento Est-Ovest, relative a diversi momenti insediativi, di cui il più tardo dovrebbe essere pertinente a una fase medievale.

Tra il materiale di risulta sono stati recuperati numerosissimi frammenti di intonaco affrescato, probabilmente da mettere in relazione con la decorazione interna della chiesa di età paleocristiana e frammenti di stucchi. Nella zona a Ovest, di fronte all’ingresso della chiesa odierna sono stati individuati due sarcofagi in pietra, di cui uno decorato con un bucranio, kantharoi, ghirlande e racemi è databile al III sec. d.C., e alcuni cippi funerari reimpiegati nella muratura; all’interno della chiesa, sopra l’altare, era collocata una statua di età tardo medievale raffigurante San Laverio; tutti i manufatti, come altri ritrovati erratici nell’area, sono custoditi presso il vicino Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri.

 


 

 


Copyright testo e immagini (ove non inseriti altri riferimenti) di Gioia Bertelli.