I nibbi PDF Stampa E-mail
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I nibbi

di Silvia Sgrosso

Tra le specie di rapaci più facilmente avvistabili nel territorio di Grumento Nova ci sono il Nibbio reale (Milvus milvus) ed il Nibbio bruno (Milvus migrans).
L'intero territorio della Basilicata riveste un ruolo di estrema importanza per le popolazioni di questi due rapaci.

il nibblio

Nibbio reale

  • Classe Aves
  • Ordine Falconiformes
  • Famiglia Accipitridae
  • Genere Milvus
  • Specie Milvus milvus

 

Il Nibbio reale è un rapace diurno con apertura alare di 160-170 cm, del peso di circa 1 kg, di colore rossiccio con delle macchie biancastre sulla parte inferiore delle ali e la testa striata, biancastra. I due sessi sono morfologicamente simili e variano solo per le dimensioni, con la femmina appena più grande del maschio; questa differenza tuttavia non è percepibile sul campo.
Un peculiare segno di riconoscimento di questa specie è la caratteristica coda, di colore rosso bruno, fortemente forcuta; gli individui giovani mostrano una colorazione più pallida e la coda è meno forcuta.

Il Nibbio reale frequenta preferibilmente zone collinari caratterizzate dall’alternarsi di aree boscose e ambienti aperti; per la caccia predilige spazi aperti con vegetazione bassa sulle quali volteggia o plana lentamente alla ricerca delle prede. È una specie onnivora che si nutre prevalentemente di carogne, piccoli mammiferi, piccoli uccelli e rettili. Nidifica sugli alberi, spesso querce quali la Roverella o il Cerro e talora può utilizzare nidi di corvidi abbandonati.

In Italia sono stimate 300-400 coppie nidificanti alle quali si aggiungono un numero imprecisato di individui svernanti provenienti dalle aree di nidificazione del centro e nord Europa (in prevalenza Germania e Svizzera, dove si riproduce la maggior parte della popolazione europea).

Un tempo il Nibbio reale era molto comune (Savi 1827) nella nostra penisola ma nel corso del XX secolo è andato via via scomparendo, diventando una specie rara e localizzata in alcune aree del centro-sud.

La Basilicata rappresenta la roccaforte dei Nibbi reali italiani, con oltre la metà della popolazione nazionale (Sigismondi et al., 2006).
Quest’anno è stato effettuato il secondo censimento dei Nibbi reali svernanti e la Basilicata è stata regione capofila di un’iniziativa condotta a livello nazionale. Nel censimento del 2011 sono stati monitorati 14 dormitori e contati circa 700 individui con un minimo di 8 ed un massimo di 160 esemplari, mentre nel 2012 sono stati censiti oltre 900 soggetti in 17 dormitori, pari al 65% dell’intero contingente nazionale (Fulco, com. pers.).

 

Nibbio bruno

  • Classe Aves
  • Ordine Falconiformes
  • Famiglia Accipitridae
  • Genere Milvus
  • Specie Milvus migrans

Il Nibbio bruno, per quanto simile al Nibbio reale, è leggermente più piccolo e se ne distingue principalmente per la coda che è meno profondamente forcuta e per il piumaggio più scuro, con la testa grigia. I due sessi sono morfologicamente simili.

Come dice il suo nome è un migratore presente in Italia da marzo ad ottobre quando si sposta in Nord Africa; interessanti risultano i dati dei recenti monitoraggi invernali effettuati in Basilicata durante i quali sono stati censiti 17 Nibbi bruni, ritenuti svernanti irregolari per la Basilicata (Fulco et al., 2008). Questa specie migra sia singolarmente sia in gruppi, anche numerosi, a volte associato ad altre specie ed anche in condizioni meteorologiche avverse.

Il volo è piuttosto simile a quello del Nibbio reale con volteggi e planate per avvistare le prede; spesso ha un comportamento gregario. Nidifica, a volte in colonie, sugli alberi e può utilizzare nidi abbandonati di cornacchie che ripara di anno in anno.
Il Nibbio bruno è onnivoro e si ciba di piccoli mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, invertebrati, carogne, rifiuti ma in vicinanze di zone umide risulta essere un abile pescatore.

Questa specie si trova in ambienti collinari o di pianura e predilige zone umide nei pressi di laghi o fiumi in zone con boschi o alberi sparsi. Il territorio di Grumento Nova, pertanto, con l’abbondanza di ambienti umidi risulta particolarmente idoneo a questa specie.

L’abitudine ad alimentarsi di carogne rende questi rapaci vulnerabili, come altri uccelli necrofagi, all’ingestione di bocconi avvelenati utilizzati illegalmente per il controllo di altre specie ritenute dannose o dall’accumulo di inquinanti che determinano la morte di piccoli roditori o altri animali di cui si cibano i nibbi. Inoltre, il bracconaggio, una cattiva gestione degli habitat forestali, la scomparsa dell’agricoltura estensiva e della pastorizia ed altre modifiche ambientali sono tutti fattori che mettono a rischio le popolazioni di questi rapaci. Il dilagare delle centrali eoliche, infine, sembra costituire una minaccia sia perché gli uccelli vengono uccisi dall’impatto con le pale sia perché vengono spesso costruite in zone di crinale che costituiscono ambienti di caccia per i nibbi e portano ad una riduzione e frammentazione dell'habitat di queste specie.

 


 

Bibliografia

  • Savi P. 1827, Ornitologia Toscana ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana, con l'aggiunta delle descrizioni di tutti gli altri propri al rimanente d'Italia. Pisa. http://resolver.sub.uni-goettingen.de/purl?PPN64005370X
  • Sigismondi A. Cillo N., Laterza M., 2006. Status del Nibbio reale e del Nibbio bruno in Basilicata. In Allavena S., Andreotti A., Angelini J., Scotti M. (eds), 2006. Atti del Convegno “Status e Conservazione del Nibbio reale Milvus milvus e del Nibbio bruno Milvus migrans in Italia e in Euopa meridionale” Serra S. Quirico (AN): pp. 26-27.
  • Fulco E, Coppola C, Palumbo G, Visceglia M. 2008. Check-list degli uccelli della Basilicata aggiornata al 31 maggio 2008. Riv. Ital. Orn., 78 (1): 13-27.